La quercia che la devozione mariana ha trasformato in edicola religiosa, cresce accanto le mura del cimitero di Poggiodomo. L’albero secolare ma in forte stato di deperimento, ha l’enorme tronco cavo per il marciume, e al suo interno è stata costruita una piccola edicola religiosa su cui è stata sistemata l’immagine della Madonna. Il legame della Madonna a tale albero è radicato in diverse culture e numerosi sono gli esempi anche di santuari dedicati alla Madonna della quercia spersi per l’Italia per non parlare poi delle immagini di diversi pittori che la rappresentano, un esempio classico nella nostra regione è rappresentato nella chiesa di San Michele Arcangelo di oggi dove tale immagine è stata rappresentata su una tegola romana che rappresenta la chioma della quercia. Simbologia Nel Rinascimento la quercia era considerata come un simbolo di grande forza, di resistenza, di ospitalità, a causa dei suoi folti rami, e allegoria della Prosperità della Vita. La correlazione tra la quercia e il mondo divino d'altronde era già un’usanza comune a Germani e Celti: Massimo di Tiro (II secolo dopo Cristo) testimonia che il forte albero è, per i popoli celtici e germanici, “la rappresentazione visibile della divinità”. Nel calendario celtico degli alberi, la quercia era associata al mese in cui cadeva il solstizio d’estate. L’apogeo della luce e del calore solare è stato associato in ogni religione alla figura splendente del divino. Tale albero è considerato un asse cosmico di parentela tra la terra e il cielo. Nella cultura greca la quercia è sacra a Zeus, l’albero del Dio degli dei rappresentava il più antico oracolo greco, ed era situato nell’Epiro, a Dodona. Anche nell’ebraismo la quercia è considerata come un’asse che unisce i due poli cielo/terra, l’uomo al Dio supremo. È risultato inevitabile, d’altronde, che la cultura cristiana vedesse nella quercia le stesse allusioni al divino già percorse da civiltà precedenti. La quercia accoglie così tra i suoi vasti rami, nella tradizione cattolica, la Vergine-Madre e il frutto divino del suo ventre carnale. Se i rami della quercia sono sinonimo di accoglienza, a loro volta la Vergine accoglie tutte le preghiere dei fedeli e dei bisognosi di miracoli e di prosperità della vita.
Alla scoperta di erbe, arbusti, alberi, del paesaggio fluviale di Deruta... e non solo
giovedì 21 febbraio 2019
La quercia di Poggiodomo
LA QUERCIA DI POGGIODOMO: UNA DELLE PIÙ ANTICHE D'ITALIA
La quercia che la devozione mariana ha trasformato in edicola religiosa, cresce accanto le mura del cimitero di Poggiodomo. L’albero secolare ma in forte stato di deperimento, ha l’enorme tronco cavo per il marciume, e al suo interno è stata costruita una piccola edicola religiosa su cui è stata sistemata l’immagine della Madonna. Il legame della Madonna a tale albero è radicato in diverse culture e numerosi sono gli esempi anche di santuari dedicati alla Madonna della quercia spersi per l’Italia per non parlare poi delle immagini di diversi pittori che la rappresentano, un esempio classico nella nostra regione è rappresentato nella chiesa di San Michele Arcangelo di oggi dove tale immagine è stata rappresentata su una tegola romana che rappresenta la chioma della quercia. Simbologia Nel Rinascimento la quercia era considerata come un simbolo di grande forza, di resistenza, di ospitalità, a causa dei suoi folti rami, e allegoria della Prosperità della Vita. La correlazione tra la quercia e il mondo divino d'altronde era già un’usanza comune a Germani e Celti: Massimo di Tiro (II secolo dopo Cristo) testimonia che il forte albero è, per i popoli celtici e germanici, “la rappresentazione visibile della divinità”. Nel calendario celtico degli alberi, la quercia era associata al mese in cui cadeva il solstizio d’estate. L’apogeo della luce e del calore solare è stato associato in ogni religione alla figura splendente del divino. Tale albero è considerato un asse cosmico di parentela tra la terra e il cielo. Nella cultura greca la quercia è sacra a Zeus, l’albero del Dio degli dei rappresentava il più antico oracolo greco, ed era situato nell’Epiro, a Dodona. Anche nell’ebraismo la quercia è considerata come un’asse che unisce i due poli cielo/terra, l’uomo al Dio supremo. È risultato inevitabile, d’altronde, che la cultura cristiana vedesse nella quercia le stesse allusioni al divino già percorse da civiltà precedenti. La quercia accoglie così tra i suoi vasti rami, nella tradizione cattolica, la Vergine-Madre e il frutto divino del suo ventre carnale. Se i rami della quercia sono sinonimo di accoglienza, a loro volta la Vergine accoglie tutte le preghiere dei fedeli e dei bisognosi di miracoli e di prosperità della vita.
La quercia che la devozione mariana ha trasformato in edicola religiosa, cresce accanto le mura del cimitero di Poggiodomo. L’albero secolare ma in forte stato di deperimento, ha l’enorme tronco cavo per il marciume, e al suo interno è stata costruita una piccola edicola religiosa su cui è stata sistemata l’immagine della Madonna. Il legame della Madonna a tale albero è radicato in diverse culture e numerosi sono gli esempi anche di santuari dedicati alla Madonna della quercia spersi per l’Italia per non parlare poi delle immagini di diversi pittori che la rappresentano, un esempio classico nella nostra regione è rappresentato nella chiesa di San Michele Arcangelo di oggi dove tale immagine è stata rappresentata su una tegola romana che rappresenta la chioma della quercia. Simbologia Nel Rinascimento la quercia era considerata come un simbolo di grande forza, di resistenza, di ospitalità, a causa dei suoi folti rami, e allegoria della Prosperità della Vita. La correlazione tra la quercia e il mondo divino d'altronde era già un’usanza comune a Germani e Celti: Massimo di Tiro (II secolo dopo Cristo) testimonia che il forte albero è, per i popoli celtici e germanici, “la rappresentazione visibile della divinità”. Nel calendario celtico degli alberi, la quercia era associata al mese in cui cadeva il solstizio d’estate. L’apogeo della luce e del calore solare è stato associato in ogni religione alla figura splendente del divino. Tale albero è considerato un asse cosmico di parentela tra la terra e il cielo. Nella cultura greca la quercia è sacra a Zeus, l’albero del Dio degli dei rappresentava il più antico oracolo greco, ed era situato nell’Epiro, a Dodona. Anche nell’ebraismo la quercia è considerata come un’asse che unisce i due poli cielo/terra, l’uomo al Dio supremo. È risultato inevitabile, d’altronde, che la cultura cristiana vedesse nella quercia le stesse allusioni al divino già percorse da civiltà precedenti. La quercia accoglie così tra i suoi vasti rami, nella tradizione cattolica, la Vergine-Madre e il frutto divino del suo ventre carnale. Se i rami della quercia sono sinonimo di accoglienza, a loro volta la Vergine accoglie tutte le preghiere dei fedeli e dei bisognosi di miracoli e di prosperità della vita.
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